"SI" alla dignità umana, "NO" allo sfruttamento dei lavoratori

Associazione Diritti a Sud 

Nardò - LE
A cura di
Giuseppe Gargano e Daniela Napolitano

In una regione come la Puglia, tristemente nota per il fenomeno del caporalato e per le condizioni al limite della schiavitù che subiscono braccianti agricoli, in gran parte immigrati, l’associazione “Diritti a Sud”, ha pensato di ridare significato positivo al simbolo del territorio locale: il pomodoro. 

L’Associazione, nata a Nardò in provincia di Lecce nel 2014, offre infatti manodopera a condizioni dignitose a lavoratori stagionali quali uomini, donne, migranti e stranieri che ogni anno si recano sul territorio salentino per partecipare a una serie di attività in agricoltura, tra cui quella della raccolta del pomodoro. 

L’associazione 

Nel 2015, Diritti a Sud entra, su iniziativa dell’Associazione Solidaria di Bari, a far parte del progetto di agricoltura sociale SfruttaZero nell’ambito del quale è gestita l’intera filiera di produzione della salsa di pomodoro. 

La coltivazione di varietà autoctone prevede di limitare le lavorazioni meccaniche e di non utilizzare pesticidi o sostanze chimiche mentre la trasformazione segue le procedure della tradizionale passata di pomodoro senza aggiunta di altri ingredienti o conservanti. I vasetti in vetro riportano le ‘etichette narranti’ e i volti di chi ha partecipato alla produzione, il loro nome, nazionalità e la qualifica di ‘contadino libero’. 

La salsa di pomodoro è venduta nel circuito dei Gruppi di Acquisto Solidali, tramite il sito web dell’associazione, la pagina facebook, la partecipazione a fiere e mercatini locali e negli spazi sociali o presso piccole botteghe. 

I punti di forza

L’associazione rappresenta sul territorio un punto di riferimento per il miglioramento della qualità della vita degli immigrati in quanto fornisce loro ogni forma di assistenza e orientamento per regolarizzare la loro posizione dal punto di vista sindacale e lavorativo. L’associazione devolve, inoltre, una percentuale dei ricavi a una cassa di mutuo soccorso per sostenere percorsi di autodeterminazione degli immigrati come le vertenze dei lavoratori sfruttati nei campi, oppure la partecipazione a corsi di formazione e convegni a livello nazionale. 

L’appartenenza alla rete locale “Salento Km0”, che comprende realtà che operano in agricoltura seguendo metodi sostenibili (biologici, biodinamici, sinergici, rigenerativi) e alla rete nazionale “Fuorimercato”, volta a creare un circuito di economia derivante da pratiche politiche basate sulla solidarietà, rafforza l’azione dell’associazione sul territorio. 

I fattori di eccellenza

  • Manodopera a condizioni dignitose ai lavoratori e lavoratrici stagionali immigrati e stranieri per svolgere le attività di coltivazione, raccolta del pomodoro, trasformazione in salsa e commercializzazione all’interno di una filiera agroalimentare completamente fuori mercato e a sfruttamento zero
  • Disintermediazione della produzione per garantire ai lavoratori una giusta retribuzione con regolare busta paga e contratti agricoli stagionali. 
  • Assistenza e orientamento per il lavoro, l’intermediazione abitativa e il supporto legale anche attraverso la creazione di una cassa di mutuo soccorso per sostenere percorsi di autodeterminazione degli immigrati nonché la partecipazione a corsi di formazione o convegni in tutta Italia. 

Focus

Intervista

I numeri dell’associazione 

  • 2 ha circa di superficie interessata alla coltivazione del pomodoro (circa 20.000 piantine)  
  • 16.800 bottiglie circa di passata di pomodoro all’anno. 
  • 20 lavoratori di cui 10 italiani e 10 stranieri 
  • 7,40 euro netti all’ora (5 ore al giorno) più oneri assicurativi e sociali 

Finanziamento pubblico 

  • Nessuno. Progetto avviato con crowfunding 

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