L'agricoltura come volano di inclusione sociale nelle aree montane. Un modello alternativo di accoglienza e inclusione

Cooperativa Sociale Cadore

Pieve di Cadore - BL
A cura di
Filippo Chiozzotto

Il Cadore è una regione storico-geografica alpina situata in Veneto, nell’alta provincia di Belluno. Appartiene alla zona montuosa delle Dolomiti Orientali ma, contrariamente ad altre zone montane limitrofe, l’economia locale è solo marginalmente incentrata sul settore primario, soppiantato nel corso del ‘900 dalla nascita di un vero e proprio distretto industriale legato all’occhialeria. Al giorno d’oggi, la crisi dell’attività manifatturiera sta portando a un progressivo ma lento spostamento del sistema economico verso il settore del turismo. 

La cooperativa

Locata nel Cadore a nord di Belluno, la Società Cooperativa Sociale Cadore è nata nel 2008 su iniziativa di alcuni Enti Locali del territorio – tra cui il Comune di Valle di Cadore che è socio fondatore – con lo scopo di creare uno strumento in grado di generare lavoro, fare impresa e sviluppare coesione sociale in un territorio colpito dallo spopolamento e dalla mancata cura del territorio. La cooperativa non ha finalità di lucro e le sue attività mirano a favorire l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate quali i richiedenti protezione internazionale e persone con disabilità. Nel 2015, con la partecipazione al progetto di agricoltura sociale SimBiorti, al finanziamento della Fondazione Cattolica Assicurazioni e alla collaborazione della Fondazione Edmund Mach, la cooperativa ha avviato l’attività agricola che ha consentito di sperimentare positivamente la produzione di carciofi di montagna e di diverse piante erbe alimurgiche.

I punti di forza 

La cooperativa nasce come risposta del territorio ai problemi che hanno caratterizzano le aree montane del Cadore riconducibili al fenomeno dello spopolamento, al crollo della principale attività manifatturiera, alla mancata cura del territorio con i conseguenti problemi ambientali e le ripercussioni sull’attrattività turistica. La mission della cooperativa, infatti, è creare lavoro e rafforzare la coesione sociale. 

La partecipazione al progetto di agricoltura sociale SimBiorti ha permesso alla cooperativa di sperimentare positivamente la produzione del carciofo di montagna, per il quale è stato registrato un apposito marchio. La coltivazione di carciofi e di diverse piante selvatiche eduli quali la silene, la borragine e il farinello buon-enrico hanno consentito di diversificare l’offerta agricola e la possibilità di conquistare una nicchia di mercato che consente al progetto di raggiungere autonomia economica. 

I fattori di eccellenza

  • Integrazione tra la dimensione imprenditoriale e quella sociale: capacità di coniugare la fornitura di beni e servizi con l’inclusione sociale e lavorativa di soggetti svantaggiati 
  • Sinergia a livello locale e valorizzazione del territorio: aver saputo costruire un’economia di luogo, aggregando soggetti istituzionali e attori privati locali per rispondere alle esigenze economiche, sociali e ambientali del territorio 
  • Diversificazione delle attività e sostenibilità: successo nel differenziare i propri campi di attività, offrendo servizi differenziati che vadano incontro alle esigenze di un territorio variegato, in un’ottica di sostenibilità sia ambientale sia economica e sociale. 

Focus

Intervista

I numeri della cooperativa

  • 0,7 ha 

Occupazione 

  • 163 soci di cui 150 persone fisiche 
  • 228 dipendenti 
  • 17 collaboratori e/o tirocinanti 

La produzione agricola

  • 500 kg di carciofi 
  • 365 kg di silene 
  • 60 kg di borragine 

Finanziamento pubblico 

  • Nessuno

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