Un modello alternativo di accoglienza e inclusione

Associazione Don Bosco 2000  

Catania - CT
A cura di
Gabriella Ricciardi

La Sicilia, terra di frontiera per il flusso migratorio del bacino del Mediterraneo, conta al 1° gennaio 2019 una presenza di 200.022 stranieri residenti (ISTAT), pari al 4% della popolazione residente, con un aumento del 3,6% rispetto al 2018. Oltre il 33% proviene da paesi africani e proprio a una parte di loro è dedicata l’attività di accoglienza, formazione, integrazione sociale e inclusione lavorativa svolta dall’Associazione Don Bosco 2000.

L’associazione

L’Associazione Don Bosco 2000, nata nel 1998, promuove la formazione integrale dell’uomo tramite l’applicazione del sistema preventivo di Don Bosco. L’Associazione ha quattro centri di accoglienza per maggiorenni in provincia di Enna dove svolge attività di accoglienza, integrazione sociale e inclusione lavorativa dei migranti. Tra i vari progetti realizzati vi è l’orto sociale, 18 lotti di circa 60 mq coltivati da ragazzi migranti per le famiglie locali e l’autoconsumo. Con le attività agricole, i ragazzi vengono responsabilizzati nei confronti della gestione dell’orto, che va dalla cura delle piante al rapporto con le famiglie affittuarie; la possibilità di raccogliere i frutti del proprio lavoro, partecipando a lavori di gruppo gli consente di costruire relazioni positive con le persone sostenendo l’effettiva l’integrazione sociale. 

I punti di forza

Oltre all’alfabetizzazione l’Associazione promuove percorsi di formazione al lavoro nell’ambito dei progetti SPRAR finanziati dai Comuni. Tramite lo Sportello Lavoro viene supportata l’assunzione degli immigrati in accoglienza presso aziende di altre regioni italiane o in quelle che hanno ospitato il loro tirocinio formativo. Il principale settore di intervento è quello agricolo perché i migranti accolti provengono spesso da villaggi rurali dove hanno già partecipato alla coltivazione di un orto. Grazie ai progetti di cooperazione è promossa la migrazione circolare che prevede per gli immigrati accolti la formazione sulle principali tecniche di produzione agricola e gestione irrigua di un orto e, in seguito, il loro rientro nei Paesi di origine. Qui vengono coinvolti in attività di sensibilizzazione, formazione e supporto all’avvio di start up agricole volte ad arginare nuovi flussi migratori. 

I fattori di eccellenza

  • Sostegno all’inserimento lavorativo: attraverso i tirocini, lo sportello Lavoro di Aidone e i progetti di sviluppo locale e di cooperazione internazionale allo sviluppo diversi ragazzi immigrati sono stati contrattualizzati presso aziende, in particolare agricole e tessili, dislocate in tutto il territorio nazionale.  
  • Reti nazionali e collaborazioni: la partecipazione a organizzazioni nazionali rende particolarmente dinamica l’azione progettuale dell’Associazione, caratterizza fortemente il suo impegno sotto il profilo etico e consente di integrare le attività produttive con quelle di inserimento socio-lavorativo.  
  • Attività di sensibilizzazione: ha favorito la crescita della sensibilità delle comunità verso i temi della migrazione e dell’accoglienza e stimolato la nascita di rapporti di solidarietà e reciproco rispetto.  

Focus

Intervista

I numeri dell’associazione

  • 7 sedi operative 
  • 16 progetti di cui: 
    • 5 progetti di educazione alla cittadinanza globale
    • 6 progetti per lo sviluppo locale
    • 5 progetti di cooperazione internazionale allo sviluppo

Finanziamento pubblico 

  • Importo non disponibile – Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo 

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