Storia di innovazione di filiera

Progetto di recupero del siero

Vedeseta - BG
A cura di
Rita Iacono e Novella Rossi

La Valle Taleggio ha mantenuto nei secoli una forte vocazione agricola ed è particolarmente conosciuta per la produzione zootecnica- casearia per la quale vanta una produzione DOP. Tuttavia, il comparto zootecnico è spesso fonte di inquinamento e spreco di risorse che rendono necessario indirizzare gli investimenti aziendali verso una riduzione delle emissioni e dell’impatto sul cambiamento climatico.  

Il progetto

In provincia di Bergamo opera la Cooperativa agricola S. Antonio, un’importante filiera lattiero casearia con un sistema di alpeggi, aziende zootecniche da latte (vaccine e caprine), un caseificio cooperativo e due imprese che operano la stagionatura. Nell’ottica di abbattere i costi di gestione e diminuire l’impronta ecologica per chilo di formaggio prodotto, la cooperativa, con il contributo del Piano di Sviluppo Locale del GAL Valle Brembana 2020, ha investito nell’installazione di una centrale termica di raccolta e riutilizzo del siero del latte ottenuto dalla caseificazione dello “Strachitùnt” DOP e del Taleggio DOP e da sempre considerato un rifiuto dispendioso da gestire e smaltire. Grazie a una centrale termica con generatore e scambiatore di calore, la Cooperativa recupera e riutilizza il siero del latte per l’alimentazione dei bovini. 

I punti di forza

L’investimento, assicurando il riutilizzo di un rifiuto di produzione, ha permesso una maggiore efficienza e sostenibilità dell’intero ciclo produttivo dal punto di vista ambientale ed economico grazie all’annullamento dei costi del suo trasporto, all’abbattimento delle emissioni di CO2 per kg di formaggio e al risparmio dei costi per l’alimentazione dei bovini.  

Il riutilizzo del siero, inoltre, consente di ridurre l’impatto del rincaro delle materie prime (mangimi e foraggi) causato dalla crisi bellica; dall’inizio del conflitto, infatti, le aziende agricole di montagna hanno registrato un aumento dei costi dei foraggi e dei mangimi di circa 4/5 € in più al quintale rispetto alla pianura. 
Infine, la Cooperativa nel preservare la filiera lattiero casearia locale ricopre un ruolo di rilievo per la tutela ambientale, l’economia e la conservazione delle tradizioni del territorio. 

I fattori di eccellenza

  • Il valore del riciclo dello scarto: la conseguente valorizzazione del siero del latte, un sottoprodotto di scarto della lavorazione, rappresenta un beneficio per la sostenibilità ambientale ed economica della Cooperativa. 
  • Lo sviluppo e la valorizzazione del territorio: le attività e gli investimenti realizzati dalla Cooperativa hanno permesso di custodire l’arte casearia dell’intera Valle valorizzando e sostenendo l’economia locale. 

Focus

Intervista

I numeri del progetto

  • 8 soci di cui 2 giovani 

Finanziamento pubblico 

  • 57.722,00 € valore complessivo dell’investimento 
  • 23.088,80 € – Misura 4.2.01 “Trasformazione, commercializzazione e sviluppo dei prodotti agricoli” PSR 2014-2020 

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