Un modello alternativo di accoglienza e inclusione

Bee My Job

Alessandria
A cura di
Patrizia Borsotto

Ad Alessandria ha sede l’Associazione di promozione sociale Cambalache nata nel 2011 per promuovere un modello alternativo di accoglienza e inclusione di richiedenti asilo e rifugiati. 

Grazie a un gruppo multidisciplinare l’Associazione gestisce tre progetti: Skill Me UP! volto ai rifugiati e richiedenti asilo con vulnerabilità psicologica; P-Orti Aperti che prevede percorsi di empowerment lavorativo nel settore agricolo e della trasformazione alimentare e, Bee My Job, progetto per la formazione e l’inclusione sociale e lavorativa di richiedenti asilo e rifugiati. 

Il Progetto

Nel perseguire l’obiettivo di formare i richiedenti asilo di sesso maschile a una professione individuata nell’apicoltura, il progetto Bee My Job risponde alla necessità di reperire manodopera specializzata e di sviluppare un’attività di integrazione per rifugiati e richiedenti asilo accolti ad Alessandria. Per rispondere a queste esigenze è stato individuato il settore apicolo in quanto ha una stagionalità lunga e si presta a un percorso di formazione e inserimento lavorativo poiché il tempo necessario per formare una persona senza esperienza nel settore è contenuto. Il corso prevede lezioni su tecniche di apicoltura, coltivazione biologica e potatura e moduli complementari riguardanti l’apprendimento della lingua italiana e lezioni sulla sicurezza sul lavoro e su come orientarsi nella ricerca della casa o di un lavoro. A percorso concluso è previsto un tirocinio di almeno 4 mesi presso un’azienda selezionata nell’ambito di un gruppo di aziende individuate da Cambalache.

I punti di forza 

L’inserimento regolare nel mondo del lavoro di persone che spesso finiscono nelle maglie dello sfruttamento e del caporalato, è uno dei punti di eccellenza che ha portato Bee My Job a ottenere numerosi premi e riconoscimenti fino alla partnership dell’UNHCR (Agenzia Onu per i rifugiati). 

Le aziende dove è svolto il tirocinio devono rispettare una Carta Etica e un codice di condotta che determinano alcuni principi applicati all’agricoltura per tutelare il pianeta e le persone. 

La strutturazione del progetto in un modello standardizzato ha reso possibile la sua replica in altri contesti italiani. Tra il 2015 e il 2018 sono 140 i richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale che hanno partecipato alla formazione professionale, di questi 86 hanno svolto il tirocinio in diverse zone d’Italia (Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna, Abruzzo, Basilicata, Calabria e Puglia). 

I fattori di eccellenza

  • Contrasto al fenomeno di sfruttamento e caporalato in agricoltura: favorendo l’inserimento lavorativo dei richiedenti asilo e rifugiati attraverso un percorso di formazione professionale e contribuiti economici offerti alle aziende 
  • Valorizzazione del lavoro di prossimità per rispondere ai bisogni del territorio: ora identificati nell’inserimento lavorativo dei richiedenti asilo, in modo coordinato e innovativo, ottimizzando risorse materiali e immateriali già disponibili sul territorio  
  • Replicabilità del progetto: il modello Bee My Job è stato replicato in Calabria, Emilia-Romagna e Piemonte mentre nel 2019 è stato aperto anche a Enti Gestori di Piemonte, Lombardia e Liguria. 

Focus

Intervista

I numeri del progetto 

  • 15 ragazzi formati nel 2015 
  • 25 ragazzi formati nel 2016 e 2017  
  • 75 ragazzi formati nel 2018 
  • 120 ore di formazione (teorica e pratica)

Finanziamento pubblico

Presentata domanda di finanziamento a valere sulla Misura 16.9.1 “Agricoltura sociale”

Galleria fotografica

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