Al confine tra Italia e Austria, una via di pace lungo i percorsi della Grande Guerra

Dolomiti Senza Confini

Sexto / Sexten - BZ
A cura di
Filippo Chiozzotto e Davide Longhitano

Il gruppo montuoso delle Dolomiti di Sesto si trova nella parte più nord-orientale delle Dolomiti, tra la Provincia di Belluno e la Provincia autonoma di Bolzano e prende il nome dal paese sudtirolese di Sesto. Caratterizzato da massicci spettacolari che si innalzano oltre i 2.000 metri da vasti altopiani rocciosi, questo gruppo montuoso costituisce un importantissimo patrimonio dal punto di vista paesaggistico, naturalistico e geologico; invero, parte di questo territorio rientra nell’area protetta del Parco Naturale Tre Cime e tutto il gruppo nel suo complesso fa parte del sistema montuoso tutelato dall’UNESCO come Patrimonio dell’umanità. 

Il progetto

Le Dolomiti di Sesto oltre a un patrimonio ambientale vantano un’inestimabile valenza storica e culturale in quanto furono teatro del primo conflitto mondiale e di un’incessante opera di scavo di caverne, gallerie, trincee e camminamenti creati dai soldati. A partire dagli anni ‘50 parte dei sentieri creati dai soldati fu recuperato in chiave turistico-culturale, dando origine a numerosi percorsi alpinistici. È in questo contesto storico e ambientale che si inserisce l’iniziativa Dolomiti senza confini, un’Alta Via di elevato valore alpinistico e culturale che si sviluppa tra l’Italia e l’Austria, dalle Tre Cime di Lavaredo alla Valle della Gail. Nato dall’idea di alcuni gestori di rifugi e guide alpine, il percorso è il risultato di un progetto di cooperazione transnazionale finanziato nell’ambito del programma Interreg V Italia-Austria presentato dal Gal Alto Bellunese, dalla Comunità Comprensoriale Valle Pusteria e dal Gal Regionsmanagement Osttirol di Lienz. 

Foto di Moreno Geremetta

I punti di forza

L’elevato valore naturalistico e la presenza di un patrimonio storico legato al periodo della prima guerra mondiale caratterizzano l’area e costituiscono una importante risorsa sulla quale investire per lo sviluppo del turismo sostenibile. L’area, infatti, è un’importante meta per i turisti appassionati dell’alta montagna grazie alla presenza di alcune tra le vette e i sentieri più rinomati delle Dolomiti che permettono di spostarsi per più giorni da rifugio a rifugio, a cui si aggiungono percorsi attrezzati presenti, solo parzialmente collegati tra loro ma tutti riconducibili ai luoghi della Grande Guerra. 

Il progetto, nato sulla base dell’approccio bottom up, trova un ulteriore e valido supporto per la sua sostenibilità nella costituzione di una rete degli stakeholder, non solo locali e austriaci, che rafforza e amplia le ricadute dell’iniziativa in ambiti che vanno da quello turistico a quello ambientale, culturale, artigianale e agroalimentare. 

Foto di Manfred Kostner

I fattori di eccellenza

  • Capacità di aggregazione e valorizzazione del territorio: per la creazione di sinergie tra il mondo economico-produttivo e quello istituzionale allo scopo di valorizzare gli elementi caratteristici del territorio 
  • Sviluppo sostenibile: per la capacità di costruire le opportunità di sfruttare efficacemente e in armonia con l’ambiente le potenzialità del patrimonio naturale e culturale, anche dal punto di vista economico. 
  • Tutela ambientale: per il contrasto al depauperamento delle risorse paesaggistiche e dei beni storico-culturali e la gestione attiva delle risorse abbandonate e/o sottoutilizzate. 

Focus

Intervista

Foto di Nicola Bombassei

I numeri del progetto

  • 9 tappe 
  • 12 vie ferrate 
  • 17 rifugi 

Finanziamento pubblico 

  • 156.640,00 € – FESR Programma Interreg V Italia – Austria 

Galleria fotografica

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